Era un lontano ottobre del 1971 quando il programmatore del MIT Ray Tomlinson, mentre lavorava ad ARPANET (l’antenato diretto della nostra rete Internet) riuscì ad inviare un file da un computer ad un altro, accompagnandolo ad un messaggio: nasceva la posta elettronica.
Negli anni, l’e-mail è diventata con grande rapidità lo standard della comunicazione tra utenti via internet, per via della sua semplicità d’uso ed immediatezza: basta una semplice (ormai, di fatto, sempre gratuita) creazione di account con un fornitore di posta elettronica per poterne usufruire.
Poi, però, sono iniziati ad emergere alcuni problemi, come la possibilità di falsificare il mittente o l’orario di invio, l’incertezza sull’avvenuta ricezione di un documento, la creazione di indirizzi inesistenti… Servivano insomma comunicazioni che garantissero una maggior sicurezza ed integrità delle trasmissioni dei messaggi on-line.
Fu così che nacque a fine 2005 la PEC (Posta Elettronica Certificata), una specie di versione elettronica della raccomandata con ricevuta di ritorno, valida anche giuridicamente proprio come la raccomandata (nel caso in cui mittente e destinatario stiano entrambi utilizzando una PEC), come stabilito dal DPR n. 68/2005.
Essa garantisce agli utenti la certezza del mittente reale, oltre all’invio, la consegna (o mancata consegna) ed il valore legale dei messaggi inviati al destinatario via e-mail.
Con una PEC tutte le comunicazioni sono crittografate e firmate digitalmente e viene garantita inoltre l’inalterabilità dei messaggi e degli allegati inviati, grazie ai numerosi protocolli di sicurezza impiegati, come POP3s, IMAPs, SMTPs, HTTPs.
La PEC è divenuta poi obbligatoria per Pubbliche Amministrazioni, ditte individuali, imprese, società e liberi professionisti, sebbene stia attirando sempre più l’attenzione anche dei cittadini in generale.
Ormai per le interazioni con Università ed Enti della PA si preferisce utilizzare una PEC, così come nel caso di gare d’appalto, bandi di concorso o disdette di contratti, per citare i casi d’uso più frequenti.
E negli ultimi anni frequenza di utilizzo (in termini di messaggi scambiati) e volume di attivazione di nuove caselle si stanno alimentando a vicenda. Basti pensare che AgID ha riportato che nel bimestre maggio-giugno 2022 sono stati scambiati 493 milioni di messaggi, il numero più alto di sempre, oltre il 12% in più rispetto all’intero anno precedente!
Ma non finisce qui: la PEC sta per diventare un sistema di recapito qualificato basato sullo standard eIDAS, ossia il Regolamento UE n. 910/2014 sull’identità digitale. Questo regolamento mira a fornire una base normativa a livello della comunità europea per i servizi fiduciari ed i mezzi di identificazione elettronica.
In questo modo, dunque, la PEC è passata da competenza nazionale italiana a continentale, potendo dunque essere usata da parte di ogni residente nell’UE per certificarne legalmente l’identità!
Per attivare una PEC basta contattare una delle aziende (pubbliche o private) che hanno la licenza di rilasciare PEC, detti “gestori PEC”, che hanno superato un determinato percorso di accreditamento con attestazione di conformità rilasciato da parte di AgID.
Tra questi gestori, ricordiamo, ci siamo anche noi di SMAI: venite a trovarci se non ne avete ancora attivata una!