Con l’avvento sempre maggiore dell’Intelligenza Artificiale in pressoché tutti i settori dell’informatica (e non solo), nuove sfide ma anche nuove problematiche emergono.
Tra i vari problemi, si pone quello del copyright relativo ad immagini generate tramite l’Intelligenza Artificiale, rappresentato dall’episodio-simbolo avvenuto quest’anno negli Stati Uniti, una volta concluso il contest Colorado State Fair.
L’artista Jason Allen aveva presentato nella categoria Digital Arts/Digitally Manipulated Photography un’immagine generata tramite IA e poi solo successivamente modificata manualmente con Photoshop, dal titolo “Theatre D’opera Spatial” (vedi immagine di copertina). Il programma con cui l’ha realizzata, Midjourney, riesce a tradurre un testo scritto in un’immagine generata ex novo.
Jason, con questa “sua” immagine, si è però aggiudicato il primo premio dalla giuria, scatenando polemiche a catena in tutto il mondo tra gli artisti di ogni tipo. Già questo fatto fa molto riflettere: un’immagine generata con Intelligenza Artificiale ha vinto il primo premio di un importante contest di artisti digitali.
Giusto o meno, nel mese successivo, l’artista si era poi rivolto allo US Copyright Office per registrare i diritti d’autore della sua immagine, ottenendo però un secco rifiuto in risposta. Ragione: l’immagine è stata creata dall’Intelligenza Artificiale, non da Jason. Anche la seconda richiesta è stata nuovamente respinta.
Il caso ci ricorda quello identico di Stephen Thaler di cinque anni fa, che perse poi anche la causa in tribunale, dopo aver fatto ricorso contro lo US Copyright Office.
Morale della favola: le immagini prodotte da Intelligenza Artificiale possono essere pericolose (vedi il caso dei deepfake) o visivamente strabilianti (come questa) e possono addirittura già vincere importanti premi gareggiando con immagini prodotte normalmente da “artigiani digitali”: ma al momento, in nessun caso possono essere formalmente né legalmente attribuibili ad un autore umano. Per fortuna.